MI DIA QUELLA MEZZA PAGNOTTA
Passo dal panettiere, mi lascio tentare, ormai i carboidrati sono diventati uno sfizio, in quest'epoca di gallette al riso soffiato e cialde ipocaloriche, ci nutriamo di ostie, un panino è una festa e io stamattina sono in vena di stravizi, entro nel negozio e guardo che cosa offre la vetrina del bancone.
"Mi dia quella mezza pagnotta", dico alla commessa.
A casa, in cucina, c'è un altro cartoccio : "Hai comperato il pane anche tu !" dice lei.
E così le due metà della stessa pagnotta che erano state divise in panetteria si ricongiungono sul tavolo.
Siamo come quei personaggi delle commedie antiche separati da piccoli, che portavano mezza moneta appesa al collo, sperando di ritrovare un gemello o certificare l'appartenenza alla famiglia da cui erano stati allontanati : un simbolo, come dicevano i greci, o un segnale, come si usava negli orfanotrofi della mia città.
La linea di taglio delle due metà di pane coincide perfettamente.
Ci abbracciamo anche noi.
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