sabato 27 febbraio 2010

r Lasciami solo quel poco
con cui possa chiamarti il mio tutto,
Lasciami solo quel poco
con cui possa sentirti in ogni luogo
e venire a te in ogni cosa
e offrirti il mio amore ogni momento.
Lasciami solo quel poco
con cui non possa mai nasconderti.
Lasciami solo la catena
con cui possa legarmi al tuo volere
e il tuo fine sia realizzato nella mia vita -
e che è la catena del tuo amore

TAGORE


MI DIA QUELLA MEZZA PAGNOTTA
Passo dal panettiere, mi lascio tentare, ormai i carboidrati sono diventati uno sfizio, in quest'epoca di gallette al riso soffiato e cialde ipocaloriche, ci nutriamo di ostie, un panino è una festa e io stamattina sono in vena di stravizi, entro nel negozio e guardo che cosa offre la vetrina del bancone.
"Mi dia quella mezza pagnotta", dico alla commessa.
A casa, in cucina, c'è un altro cartoccio : "Hai comperato il pane anche tu !" dice lei.
E così le due metà della stessa pagnotta che erano state divise in panetteria si ricongiungono sul tavolo.
Siamo come quei personaggi delle commedie antiche separati da piccoli, che portavano mezza moneta appesa al collo, sperando di ritrovare un gemello o certificare l'appartenenza alla famiglia da cui erano stati allontanati : un simbolo, come dicevano i greci, o un segnale, come si usava negli orfanotrofi della mia città.
La linea di taglio delle due metà di pane coincide perfettamente.
Ci abbracciamo anche noi.

mercoledì 24 febbraio 2010


Sono andato sognando con croci di fuoco
l'atlante bianco del tuo corpo.
La mia bocca era un ragno che passava nascondendosi.
In te, dietro di te, timoroso, assetato.
Storie da raccontarti sulla riva del crepuscolo
bambola triste e dolce, perchè non fossi triste.
Un cigno, un albero, qualcosa di lontano e felice.
Il tempo dell'uva, il tempo maturo e fruttifero.
Io che vissi nel porto da dove ti amavo.
La solitudine attraversata dal sogno e dal silenzio.
Rinchiuso tra il mare e la tristezza.
Silenzioso, delirante.
Tra le labbra e la voce, qualcosa va morendo.
Qualcosa con ali d'uccello, qualcosa d'angoscia e d'oblio.
Cosi come le reti non trattengono l'acqua.
Bambola mia, restano appena gocce che tremano.
Tuttavia qualcosa canta, qualcosa sale fino alla mia avida bocca.
Oh poterti celebrare con tutte le parole della gioia.
Cantare, ardere, fuggire.
Triste tenerezza mia, cosa diventi d'improvviso ?
Quando sono giunto al vertice più ardito e freddo
il mio cuore si chiude come un fiore notturno.
Pablo Neruda
commento
in questa poesia è tutto un susseguirsi d'immagini :
un cigno, un albero,
visioni di un mondo lontano e felice, però quasi irraggiungibile.
l'uva che dà la sensazione di qualcosa di vitale : maturo e fruttifero.
gocce che tremano, ma che lasciano comunque qualcosa, una sensazione lieve
e , in chiusura, quel fiore notturno che ben rappresenta
un cuore che da ardito è diventato freddo.
bella, bella poesia, parole che vorrei sentirmi dire : le parole della
gioia.

sabato 20 febbraio 2010



La curva dei tuoi occhi fa il giro del mio cuore,
girotondo di danza e di dolcezza,
aureola del tempo, culla notturna e sicura,
i tuoi occhi non m'han sempre veduto
io non so tutto quello che ho vissuto.
Foglie di luce e schiuma di rugiada,
canne del vento, sorrisi odorati,
ali che rischiarano il mondo,
navi di cielo cariche e di mare,
sorgenti dei colori, a caccia d'ogni suono.
Profumi schiusi da una covata d'aurore
che giace ancora sulla paglia degli astri,
come il giorno deriva da innocenza
intero il mondo dai tuoi occhi puri
e il mio sangue fluisce in quegli sguardi
Paul Eluard

Caro,
mi sembra che il mio corpo
si avvicini al tuo, sempre di più,
come un albero nel bosco
che si piega verso un altro.
Teneri rami ti si attorcigliano intorno,
le nostre chiome mescolano le loro foglie,
le radici, invisibili,
s'intrecciano amorose
profondamente nella terra e nella notte.
Che grande bosco !
e noi che qui possiamo crescere insieme !
Siamo immobili :
sta passando una sera mite e solenne
attraverso il bosco.
Passa ondeggiando anche attraverso la nostra chioma
nel suo andare per la terra intera
scivola come una lenta carezza
lungo i nostri corpi.
Svegli respiriamo verso di lei.
Prende il nostro respiro come,
Come una corrente nel suo mare ?
Quella corrente si chiama allora : felicità.
Il buio s'infittisce nella nostra chioma.
Notte in tutto il nostro bosco.
E la notte diventa sempre più vicina e lontana
piena di stelle .
Haldis Moren Vesaas

venerdì 19 febbraio 2010


Forse essere è essere senza che tu sia,
senza che tu vada tagliando il mezzogiorno
come un fiore azzurro, senza luce che tu cammini
più tardi per la nebbia e i mattoni,
senza quella luce che tu rechi in mano
che forse altri non vedran dorata,
che forse nessuno seppe che cresceva
come l'origine rossa della rosa,
senza che tu sia, infine, senza che venissi
brusca, eccitante, a conoscer la mia vita,
raffica di roseto, frumento del vento,
e da allora sono perchè tu sei,
e da allora sei, sono e siamo,
e per amore sarò, sarai, saremo.
Pablo Neruda
eri,
Le tue mani esistevano.
Un giorno il mondo rimase in silenzio ;
gli alberi ,in alto ,erano profondi e maestosi,
e noi sentivamo sotto la nostra pelle
il movimento della terra.
Soavi le tue mani nelle mie
e io sentii la gravezza e la luce
e tu che mi venivi dentro il cuore.
Tuttto era verità sotto gli alberi,
tutto era verità.
Io capivo tutte le cose come si capiscono
un frutto con la bocca,
una luce con gli occhi.
Antonio Gamoneda

mercoledì 17 febbraio 2010


Tutto ha significato
Anche il mondo dello zero
Ti amo
anche con l'amore del niente.
Goran Sonnevi

martedì 16 febbraio 2010


Se ti desidero contro ogni ragione

se in te cerco il mio rifugio

se designo col tuo nome nostalgia e bramosia

e penso che era ieri quando noi giungemmo a noi

se sono tutto impigliato nel mio amore

e tutti i miei desideri migrano verso di te

che cosa ci sarà mai di irrazionale

se ora non diciamo a noi, ma alla ragione

resta pur sola.

Thomas Brasch

venerdì 12 febbraio 2010

Non star lontana da me un solo giorno, perchè,
perchè non so dirlo, è lungo il giorno,
e ti starò attendendo come nelle stazioni
quando in qualche parte si addormentano i treni.

Non andartene per un'ora perchè allora
in quell'ora s'uniscono le gocce dell'insonnia
e forse tutto il fumo che va cercando casa
verrà ancora a uccidere il mio cuore perduto.

Ahi non s'infranga la tua figura nell'arena,
ahi non volino le tue palpebre nell'assenza :
non andartene per un minuto, adorata,

perchè in quel minuto sarai andata si lungi
che attraverserò tutta la terra interrogando
se tornerai o mi lascerai morire.

Pablo Neruda

mercoledì 10 febbraio 2010

C'è un'ape che si posa su un bottone rosa :
lo succhia e se ne va............
Tutto sommato,
la felicità è una piccola cosa.
MUGHETTO

Mughetto fiore piccino
calice di enorme candore
sullo stelo esile
innocenza di bimbi gracile
sull'altalena del cielo.

UNGARETTI

martedì 9 febbraio 2010

Pronuncerò il tuo nome
sedendo solitario tra le ombre
dei miei pensieri silenziosi.

Lo dirò senza parole,
lo pronuncerò senza scopo.

Perchè sono come un bambino
che chiami cento volte la madre,
felice di saper dire il suo nome.

venerdì 5 febbraio 2010


Tu con la fronte piena di luce,
tu coi meravigliosi occhi castani,
tu coi capelli di seta,
io ti conosco ! Tu non mi conosci però.
Tu col volto luminoso,
tu, tenera con le tue leggere
straniere e belle canzoni,
io ti amo !
Tu non mi conosci però.
HERMANN HESSE

Le mie poesie stanno
davanti alla tua porta,
bussano e s'inchinano :
mi apri ?
Le mie poesie hanno
un suono di seta
come il fruscio del tuo vestito
sulle scalinate.
Le mie poesie portano
un dolce profumo
come nell'aiuola tua preferita
IL GIACINTO.
Le mie poesie son vestite
di un rosso cupo,
che come il tuo vestito di seta
fruscia ed arde.
Le mie più belle poesie
ASSOMIGLIANO DEL TUTTO A TE,
stanno davanti alla porta e s'inchinano :
mi apri ?
Hermann Hesse

giovedì 4 febbraio 2010


DA LONTANO
Qualche volta, piano piano, quando la notte
si raccoglie sulle nostre fronti e si riempie di silenzio
e non c'è più posto per le parole
e a poco a poco ci si raddensa una dolcezza intorno
come una perla intorno al singolo grano di sabbia,
una lettera alla volta pronunciamo un nome amato
per comporre la sua figura; allora
la notte diventa cielo nella nostra bocca,
e il nome amato un pane caldo, spezzato.

mercoledì 3 febbraio 2010


Rosa,
divina rosa che ti culli al vento
ancora aspersa della minuta pioggia notturna.
Felice sei nella tua placidità,
sopra la turgida freschezza del tuo stelo,
sotto il dolce cielo primaverile.
Ma non quanto me.
Tu non lo puoi guardare, io si..........
Se le sue mani si posassero sulla tua carne,
non le riconosceresti, come me,al semplice tatto.
Se udissi, accanto a te il suo cuore palpitare,
non sapresti che è il suo,come me,
da un solo battito.

martedì 2 febbraio 2010


Con te io sono giovane
Quando laggiù gli alberi minacciano
E il cielo svanisce in lontananza
I tuoi occhi mi toccano
Quando ogni passo si perde sull'erba
Quando ogni passo sfiora le acque
Quando le onde mi fervono in testa
E dall'azzurro qualcuno mi chiama
Con te io sono giovane
Cadono i miei anni come foglie
e qualcuno colora le mie tele
Allora esse brillano di te
E sul tuo volto il sorriso è radioso
Più chiaro assai delle nubi più chiare
Allora io corro dove sei
Dove mi pensi e dove mi attendi
MARC CHAGALL